A cura della Dottoressa Laura Zanchiello

Durante il laboratorio di arteterapia tenuto dalla dott.ssa Laura Zanchiello, i ragazzi hanno rivisitato i famosi girasoli di Van Gogh realizzando dei piccoli capolavori, lavorando principalmente sul colore giallo e sulle sue sfumature.

 

A livello emotivo questo lavoro ha permesso ai ragazzi di soffermarsi su alcune parole chiave come il sole, il calore, la condivisione, la gioia e l'amicizia.

 

Un’antica leggenda narra che in un grande giardino ogni estate sbocciavano fiori stupendi dai colori sgargianti e ricchi di profumo, tanto che tutte le persone che vi si imbattevano restavano ammirate al punto di fermarsi per attenzionare ogni varietà floreale. I fiori, lusingati da cotanta ammirazione, divennero però alteri e superbi, tanto che un giorno, quando tra di loro nacque per la prima volta uno strano fiore dallo stelo debole e sottile per la sua corolla invece così grande e pesante somigliante a un disco di bronzo, essi incominciarono a schernirlo. “Com’è brutto! Senza armonia, senza petali! Perché sei cresciuto qui? Non potevi nascere altrove?”, così umiliavano il piccolo fiore, che in poco tempo infatti divenne lo zimbello del giardino; egli però, nonostante le ingiurie e le offese, cresceva umilmente, tenendo la corolla rivolta a terra. Il Sole, che da tempo osservava ormai quanto accadeva nel giardino, un giorno rivolse i suoi raggi sul caro fiore, facendolo crescere alto alto, tanto da superare tutti gli altri, e gli disse: “Tu mi hai amato in silenzio e in umiltà: alza ora la tua corolla, e guardami. Io ti dono oggi, da qui all’eternità, un mio raggio di sole”. Il piccolo fiore, pieno di felicità, alzò allora lo sguardo e, vedendo per la prima volta il Sole, se ne innamorò perdutamente. Da quel giorno quel dolce fiore abbandonò l’anonimato e le umiliazioni, e fu conosciuto in tutto il mondo come “Girasole”, sempre dedito a quella luce grande e quel grande cielo che inducono ognuno di noi a sognare e sperare. Questa fiaba meravigliosa, che per noi è solo una leggenda, ci insegna tuttavia ancora oggi quanto grande sia il dono dell’umiltà e della bontà, che viene sempre ripagato dall’amore e dalla felicità.

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